Agire. Un processo complesso.

“dottoressa so cosa devo fare per risolvere ma sa, è solo che non so, faccio e poi non cambia il […]”.

Aver presente cosa si vuole, aver chiaro il pensiero da concretizzare, non sempre significa riconoscere il come si “fa”.
Le azioni funzionali ad un pensiero possono concretizzarsi in tre modi.
Si può agire “non agendo”. Non si fa, si parla, si procrastina. Si vedono come piccoli passi fatti, quelli che in realtà non lo sono o non ci sono.

Si prende un qualsiasi passo fatto, lo si lega a quel pensiero, quando in verità nulla ha, a che fare. Ci si convince di aver fatto. È il livello in cui il pensiero di fare rimane un desiderio. Risultato: frustrazione, “non saprò mai se …”, “in fondo faccio sempre così”, “domani inizio”.

Si può agire poi servendosi di una “ritirata”. In questo caso si utilizza tanta energia. Costa rinunciare! Costa tanto a livello inconscio quanto a livello conscio. Risultato: senso di colpa ben nascosti, rabbia, adattamento continuo.

Questo è un livello di azione che, volendo, può assumere valenza positiva laddove il ritiro sia stato scrupolosamente osservato, analizzato (processo fatto di tanti step), programmato e scelto! Risultato: “ho scelto di non sapere se”.., caso positivo: “non rischio non serve”.

Il terzo livello, utilizzare l’azione “normale”. Si agisce come sempre, con un ordine conosciuto. Un po’ come prendere la stessa strada per andare al lavoro per tutta la vita. Definisco questo stadio un normale “galleggiare”.
Si rischia piano piano e questo fa sentire al sicuro, trova riscontro anche negli altri. Risultato: il desiderio piano piano si allontana. L”agire piano piano, un giorno si tre no, è probabile che renda vulnerabili a distrazioni, l’obiettivo si perde.

L’importante esperienza di atleta professionista e la professione che svolgo mi fa aggiungere un altro livello di azione: il quarto!
Ritengo essere quello che fa la differenza e rende diversi!
È il livello dell’azione di “impatto e consistenza”. È l’azione focalizzata! Non c’ è altro. Il desiderio è arrivare proprio lì.

Le energie sono centrate sul quel focus. Si fa e si fa, si continua fino a quando il risultato desiderato diventa realtà! Si agisce massimamente, con impatto. Il risultato il più delle volte è anche più grande! È un livello di azione che alimenta l’energia, perché azione chiama azione. Gratificazione chiama gratificazione! Risultato: centro!

Qual è il tuo livello di azione? Come fare a riconoscere il livello di azione che si utilizza, ed eventualmente modificarlo? Come scegliere?

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Dimmi, ti ascolto, mentre tu cammini verso il tuo cambiamento... Psicologa, dopo un passato di atleta di livello mondiale, ho sentito che era giunto il momento di dedicare le mie energie, la mia passione, a chi vuole cambiare, a chi sente di voler superare l' "avversario" nascosto che oggi non gli consente di andare verso il suo traguardo.