Come possiamo spegnere un incendio se non spegniamo prima la fonte che alimenta la fiamma?
Oggi ripensavo a questa mia citazione e nella mente è arrivata un’immagine che avevo visto in qualche articolo.
In me però si è presentata con una differenza importante.
In quella che ricordo i due soggetti disegnati non si guardavano, piangevano uno accanto l’altra con lo sguardo rivolto in basso.
In me, nella mente, l’immagine è di una bambina che piange e guarda la donna adulta che piange.
Dove porta questo?
Dove porta questo?
A volte agiamo chiedendoci perché abbiamo fatto una cosa piuttosto che un’altra, sentiamo quanto agito come non adeguato, “stona” rispetto la situazione o il contesto.
Passiamo giornate, a volte anche tante, con un fastidio, con la “luna storta”, senza riuscire a comprenderne la motivazione: “Avrò dormito male” o “Ieri giornata nera al lavoro”.
In ognuno di noi c è quella piccola bambina(o) interiore che è lì con noi, che ci parla, ci ascolta e soprattutto fa sentire le sue emozioni, ogni giorno.
Ci affanniamo a risolvere quel qualcosa che non è andato bene nella giornata o a discutere con qualcuno che ci ha disturbato, non ci accorgiamo di quella piccolina(o) non le chiediamo cosa è successo.
Spesso è lì in noi che piange, che si arrabbia o forse sorride quando il momento non lo chiede, è li e aspetta che giriamo il capo. Chiede poche parole: “Ci sono ti ascolto”.
Questo nella mente ho visto, ho immaginato la bimba che piange e guarda la donna, quella bimba chiede attenzione, amore, protezione, ha qualcosa da dire.
Prendersi cura della nostra bambina(o) interiore significa prendersi cura del proprio sentire, del proprio gioire, del proprio dolore di oggi. Significa entrare in contatto non solo con le emozioni autentiche bensì soprattutto con l’intensità delle stesse.
Quella bambina(o) che siamo stati non è “sparita(o) nel nulla”, c’è ancora e ci guarda. È quella parte che di noi ha vissuto e sperimentato tanto e tutto con il solo coraggio della sua ingenuità, altro non poteva.
Quella bambina(o) che ci guarda oggi, emotivamente non di rado ci guida nelle scelte, nell’affrontare i problemi, nel fare il genitore, nell’essere figlio, marito o moglie, imprenditore, artista.
Quando la parte piccola di noi non trova non incontra e non dialoga con la nostra parte adulta, si genera un malessere al quale non sappiamo rispondere. Nascono i tanti “Non capisco come mai”, “Come mai ho fatto questo o non ho fatto…”, “Perché mi sento cosi…”.
La bambina disegnata, c’ è in ognuno di noi, a volte piange, a volte chiede rassicurazione a volte chiede protezione; a volte ci rende “bambinone”, a volte ci rende piacevolmente spensierati. Comprenderla fa la differenza.
Oggi, adulti, possiamo e siamo in grado di darle quello che ci chiede, iniziamo alzando il capo per guardarla e ascoltarla.
La donna piange le mani sorreggono il capo, non sa cosa fare, eppure la soluzione è proprio davanti lei. guardare con amore quel viso quel corpicino che è stato, abbracciarlo sentire cosa ha da dirci.
Accarezzarla portarla dal pianto al sorriso dalla paura alla spensieratezza,, porta noi ad altro vivere.
Prenderci cura di lei permette di essere genitori, figli, marito o moglie liberi, autentici, come incontaminati.
Quando la bimba(o) dentro di noi è serena, in noi cambia qualcosa, arriva una leggerezza che quasi disorienta talmente è piacevole.
Si vede con occhi diversi quanto ci circonda. Non svaniscono di certo i problemi o gli ostacoli della quotidianità, tuttavia si affronta il cammino con i pensieri, i comportamenti e le emozioni adeguate.
Si vive la realtà come oggettivamente si presenta, non in modo distorto.
Il sorriso della piccola(o) che è in noi diventa il sorriso che porta un cambiamento fuori.
Nessuno può farci del male se noi non lo permettiamo, e la prima parte di noi da proteggere è proprio quella piccola indifesa bambina(o) che è li e ha fiducia in noi, perché il modo in cui vediamo e viviamo la vita dipende anche da quei due occhietti.
Se continuiamo a voler spegnere solo il fuoco ormai grande, noi oggi, senza andare a cercare la miccia, la piccola fiamma che continua ad alimentarlo, noi piccoli di ieri dimenticati, possiamo sī continuare a gettare acqua; da qualche parte però quel piccolo scoppiettio rimane e, non appena trova campo libero, riaccenderà nuovamente la fiamma grande.
Siamo un meraviglioso universo da scoprire da amare da proteggere, e chi meglio di noi stessi può decidere di farlo.
Abbiate cura anche del vostro piccolo cuoricino, che ancora è con voi.