“Dottoressa non so come uscirne, non mi stupisco però, a me le cose non vanno mai bene […] poi se c’ è una sfiga in giro stia tranquilla che è mia […] proprio come mi dicevano ridendo i miei compagni a scuola – sei sfigato!- […] i miei genitori poi scherzavano dicendomi – dai su non fare così prima o poi ce la farai […]”.
La mente costruisce pensieri sulla base delle parole che a lei arrivano.
Il nostro sé, che si apre al mondo relazionandosi e interagendo con lo stesso, si struttura proprio attraverso l’esperienza pratica e, attraverso l’esperienza e la “tradizione comunicativa” (Borgogno Loredana, 2017); termine questo, da me personalmente introdotto e adottato, nell’ambito nella psicologia della comunicazione Intra e Inter personale.
Le parole ripetute nel tempo, diventano una “tradizione” per la mente e, come tale, la mente tende a mantenerle.
Nel tempo poi noi, per non tradire la “tradizione”, adattiamo il nostro comportamento a quella tradizione ascoltata.
Il signor Y, continua a pensare di non farcela, di essere sfigato.
Questo il risultato, -non so come uscirne-.
Questo il risultato, -non so come uscirne-.
Si siede, aspetta, lascia che tempo passi, prima o poi ce la farà, e, nel caso che qualcosa vada storto, scappa, perché tanto lui è sfigato.
Loredana