– Allora mi dica come è andata la sera prima della competizione?
“Non bene, molto agitata, ansia, paura, ho fatto il rilassamento, come suggerito, non è che ha funzionato molto”.
– Mi aiuti intanto a capire cosa intende per: non ha funzionato molto?
“Che l’ansia non se n’è andata e che … [continua la spiegazione]. Poi anzi per un attimo mi è sembrato anche aumentasse e sono uscita a fare due passi”.

– Immagino come si sia sentita. Le è stato utile uscire?
“Per nulla o meglio quasi a nulla”
– Mi ha spiegato perché non ha funzionato il rilassamento. Però quella tecnica che abbiamo visto insieme è studiata per moderare e non per far scomparire o eliminare l’agitazione o l’ansia. Il suo obiettivo da quello che mi ha detto poc’anzi era invece quello di sbarazzarsi dell’ansia, Corretto?

“Be’ certo, è quello che mi serve per gareggiare bene, cosa altro posso fare?”.
– Non ci crederà, il mio suggerimento, in questo caso, è non fare proprio nulla e attendere il corso.
“In che senso? Se sono agitata cosa faccio aspetto? Poi le dico anche che mi è salita pure la paura di non farcela”.
– Si capita questo. L’emozione è un po’ come l’onda del mare. Inizia con un movimento lento mano mano cresce arriva ad una altezza massima per poi calare e infrangersi senza che alcuno intervenga.

“Ma io stavo agitata non mi pareva di calmarmi”
– Il problema è proprio questo. Più la contrasta, più la vuole spegnere, più la rende forte. Più la contrasta più l’ansia non solo aumenta, bensì la stessa auto perpetua, e genera altri stati d’animo e emozioni: paura, agitazione, insicurezza. Questo spiega perché dopo ha provato paura.
“Infatti poi non sapevo più che pensare”.

– Può in futuro provare a non evitare e a non bloccare. Sperimenti la fiducia in lei. Lasci che l’ansia segua il suo andamento. Cosa ne dice, proviamo adesso e sperimentiamo la differenza tra ostacolare e seguire l’esperienza?
“Non so, ma funziona?”
– Partiamo da un’emozione positiva, che ne dice?
“Si ok. Proviamo”.

Molto spesso si è convinti che l’emozione sia da evitare. È proprio evitandola che la si fortifica. Le emozioni non vanno evitate, schiacciate o prolungate eccessivamente (anche le emozioni positive). Si parte dal non giudicarle e, da qui, con un percorso strutturato, passo dopo passo si arriva a regolarle gestirle affinché siano compagne alleate e non un ostacolo alla prestazione.
Il lavoro inizia dal comprendere a cosa si crede delle emozioni. Quali sono i nostri miti emozionali?

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Dimmi, ti ascolto, mentre tu cammini verso il tuo cambiamento... Psicologa, dopo un passato di atleta di livello mondiale, ho sentito che era giunto il momento di dedicare le mie energie, la mia passione, a chi vuole cambiare, a chi sente di voler superare l' "avversario" nascosto che oggi non gli consente di andare verso il suo traguardo.