Si esattamente, il punto della condizione emotiva degli atleti, degli atleti amatoriali, di tutti quei professionisti che si sono allenati, a casa o all’aperto, se e quando consentito, per non perdere la preparazione finalizzata alla competizione prevista o al proprio benessere. Tutti sportivi.

Facciamo il punto della condizione mentale di tutti gli atleti professionisti che hanno “investito” tempo fatica sudore e si anche soldi per prepararsi a quella gara, forse la più importante della vita, o per salire sulla bilancia e vedere l’asticella scendere, per la salute.

Facciamo il punto della condizione psicofisica di tutti quegli atleti top che hanno investito quattro anni della loro vita per arrivare ai cinque anelli e, che, li vedono sempre più lontani.

Atleta di serie A professionista, atleta di serie B amatoriale. Sport si, sport no.

Non esiste amatoriale, esiste chi, frequenta due, tre, cinque volte la settimana la palestra e lo fa da anni ed anni. Esiste chi lo fa con determinazione, chi lo fa per vedere bello il suo corpo, che sacrifica cibi, divertimenti per non perdere la forma, chi lo fa per riconquistare la salute, chi lo fa perché semplicemente ama fare sport.

Amatoriale o professionista, cambia che il primo lo fa per un bisogno intimo di prendersi cura di sè, il secondo lo fa per competere, per soddisfare il bisogno di sfida con se stessi, con gli altri, per il desiderio di successo, perché chi gareggia … cerca il successo!

Facciamo il punto della condizione. Chi fa sport è un atleta, differente è il motivo, l’obiettivo, ma è atleta.

Come sta l’atleta oggi? Come sta la persona? Si, perché ricordiamoci che parliamo di persone!

Quanto è complicata questa condizione oggi? L’atleta prova esattamente le emozioni che prova un imprenditore che si vede impossibilitato ad aprire l’azienda, impotente, spaventato, arrabbiato. Tanta fatica tanti sacrifici per niente, tutto rischia di andare a monte.

Qualcuno può pensare o meglio ridurre tutto dicendo semplicemente che una gara si rimanda, si sposta di un po’ di mesi, i kg si possono perdere di nuovo. Pochi possono invece capire, andare oltre, e riflettere su come si possa sentire l’atleta, la persona, nel vedere sfumare anni mesi di preparazione poi da riacquisire? Quanto costa all’atleta tutto questo, fisicamente, psicologicamente?

Un atleta investe ore, giorni, mesi, anni per arrivare esattamente alla forma fisica richiesta, adatta e necessaria al suo livello competitivo; mesi di fermo ieri, settimane di allenamenti alternativi oggi, incidono fortemente sulla prestazione atletica e non solo, anche sulla mente. La mente si allena e come tale andrà rieducata.

L’atleta, esattamente come accade nelle altre professioni, una volta fermato, deve ricominciare da capo, riprendere in mano il suo corpo e la sua mente, riportarli alla condizione ottimale, non è un percorso scontato e facile o veloce, non ci sono scorciatoie.

Ci vuole tempo, ci vuole fatica, ci vuole fortuna, si, perché chi lo ha fatto ieri non è detto che possa rifarlo oggi, la vita cambia! Può essere che domani per qualcuno la situazione famigliare, economica, o, anagrafica si modifichi e questo non gli consenta di raggiungere la condizione ottimale.

Cosa senti tu atleta? Cosa provi? Quanto trattieni e quanto veramente dici, esprimi?

Ricordo bene quando mi capitava di infortunarmi e dover riprendere a rieducare la mia mente e il mio corpo, tempo fatica demoralizzazione, alti e bassi continui, la paura di non arrivare più al meglio.

Ricordo bene quando per un disguido o un problema dovevo rinunciare ad una competizione quale rabbia e frustrazione provavo. Quanta incertezza sentivo. Non ero una “debole”, ero umana!

Ricordo bene quanto avrei voluto un anno fa riprendere ad allenarmi come piaceva a me, e, la condizione non me lo ha più consentito!

Mi chiedevo perché? Mi chiedevo cosa farò, mi sono chiesta e adesso? …

Diffido da chi dice di non aver paura o rabbia, non esiste umano che difronte ad una situazione opposta non provi tali emozioni. Sono fisiologiche, spontanee.

Esistono umani che le gestiscono meglio e umani che le controllano meno, ma tutti le provano!

La rabbia si può utilizzare come spinta motivante, come qualcosa che serve a ripartire, ma, nell’intimo bisogna sedare la lotta aperta tra stati d’animo opposti e forti, se davvero si vuole resettare.

Comprendo bene come oggi ci si possa sentire a non salire su un tatami, a non tuffarsi nell’acqua o a non sollevare pesi. Per il professionista è come togliergli il lavoro, con un’aggravante ulteriore però, enormemente importante, ovvero si “imprigiona” una passione, che è viscerale, è qualcosa di indomabile, che recalcitra dentro e, che, deve poter uscire!

Facciamo il punto della condizione … non ci si dimentichi e non si sottovaluti la persona che dedica la sua vita alla competizione sportiva. Non si sottovaluti il valore di tutte queste persone, perché alcuni di loro rappresentano tutto il paese. Non si sottovaluti chi quotidianamente si reca in palestra per stare bene e che nello stesso tempo contribuisce al bene di altri.

Non esiste solo il calciatore, con tutto rispetto per questi professionisti, c’è un universo intorno alla parola “sport”, e se vogliamo dirla tutta, come ad “alcuni” forse aggrada di più, c’è un immenso mondo e introito economico.

Facciamo il punto della “condizione” per te atleta professionista, amatoriale. Sii tu atleta amorevole con te stesso, sii tu atleta rispettoso delle tue emozioni, accettale accoglile, non far finta di non provarle, sii attento al tuo corpo ai segnali che ti manda e sii rispettoso della tua mente, dei tuoi pensieri, perché da questi dipenderà il tuo ritorno!

Loredana

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Dimmi, ti ascolto, mentre tu cammini verso il tuo cambiamento... Psicologa, dopo un passato di atleta di livello mondiale, ho sentito che era giunto il momento di dedicare le mie energie, la mia passione, a chi vuole cambiare, a chi sente di voler superare l' "avversario" nascosto che oggi non gli consente di andare verso il suo traguardo.