Giulian (nome di fantasia) ha quasi 6 anni e già vuole cambiare il mondo.
La lezione è finita i bambini chiacchierano sono seduti sul tatami, scherzano; Giulian piccolo attento (per lui è la seconda lezione) viene e si prende un abbraccio. 
Si fa avvolgere dalle mie braccia come se un desiderio di affetto nasconda il bisogno di protezione.
“Maestra io faccio judo perchè voglio sconfiggere i cattivi del regno [ …] li ucciderò tutti […] “.. 

La parole sono dure ma il viso di Giulian è così dolce così puro tanto da far capire che non c’è consapevolezza reale tra quanto dice e quanto comunica tramite espressione. 
Lui immagina e crede di diventare forte, potente, di lottare e di vincere il male. 
Utopia per me già adulta, realtà possibile per lui oggi bambino.
Pochi secondi per riflettere, cosa rispondere? 

Non posso togliere al piccolo judoka quel magnifico regale sogno, un regno dove il male viene sconfitto. Non desidero sminuire il suo “credo” nella potenza del judo e soprattutto non posso permettere che Giulian archivi nella mente l’associazione judo uguale arma da guerra, strumento di scontro.
Catturo lo sguardo: “allora facciamo un patto quando sarai un ometto alto e forte parleremo insieme con i cattivi gli diremo che fare i cattivi non è cosa bella. Se loro non faranno i bravi li porteremo qui sul tatami gli insegneremo il judo e poi faremo una gara di “lotta”. Qui sul tappeto non ci faremo male e siccome noi conosceremo più “mosse” credo che vinceremo, cosa ne dici? Ti piace l’idea?”

Sorride, mi guarda.
È probabile che Giulian non abbia raccolto la precisazione “parleremo” fatta per non trasmettere il messaggio di intenzioni violente attraverso il judo, tuttavia la sua attenzione è stata spostata su un terreno dove lui oggi si diverte.
Così dicendo ho permesso a lui l’ascolto di parole che richiamano nella sua mente una immagine di sfida ma in un campo non violento, il tatami. Qui lui gioca conosce e segue le regole e compete con altri bambini che forse come lui desiderano essere semplicemente il più “forte”. 

Giulian mi guarda non sposta il viso di un centimetro e prima che io aggiunga altro: 
“Maestra allora diventerò grande avrò tanta forza e vincerò i cattivi perchè avrò anche io questa (mi tocca la cintura nera)”.
È rimasto intatto in Giulian il sogno di un mondo senza il male, illesa l’immagine del judo come disciplina.. e soprattutto Giulian non vuole uccidere i cattivi …bensì vincere i cattivi!
Tanta la differenza… 

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Dimmi, ti ascolto, mentre tu cammini verso il tuo cambiamento... Psicologa, dopo un passato di atleta di livello mondiale, ho sentito che era giunto il momento di dedicare le mie energie, la mia passione, a chi vuole cambiare, a chi sente di voler superare l' "avversario" nascosto che oggi non gli consente di andare verso il suo traguardo.

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