Kaizen è una strategia (modello imprenditoriale) nata intorno agli anni ’50 suggerita dai giapponesi basata sul principio del miglioramento continuo. Composizione di due termini, KAI (cambiamento) e ZEN (migliore) nel gergo quotidiano di oggi potrebbe rientrare nelle sagge parole dei nostri nonni: “fai un passo alla volta e ci arriverai!”
Modello che evidenzia l’efficacia del principio del miglioramento graduale piccoli semplici passi in avanti e che si presta come modalità di insegnamento del judo, in particolare con il bambino. Non essendo concluso lo sviluppo psico-fisico, non provvisto ancora di molti modelli fissi interiori, il bambino è come una spugna, “assorbe” tutto cosa questa che facilita l’ingresso del nuovo.
L’insegnamento un po’ per volta di pochi semplici movimenti, di pochi nuovi principi, poche regole del judo, giorno dopo giorno possono condurre il bambino a migliorarsi a un livello per lui inimmaginabile non solo nella pratica del judo bensì anche nel suo ambiente sociale.
La filosofia Kaizen può avere un effetto himalayano sul senso di auto efficacia e di felicità del bambino, gratifica il suo piccolo intimo essere “Eroe”, favorisce la percezione di se stesso come capace di “fare e di essere”. Attraverso il gioco e parole opportunamente adattate è possibile insegnare al bambino come utilizzare il modello Kaizen che, personalmente, ritengo essere una delle vie più indicate per addestrarlo al successo prima come persona poi come atleta (qualora un domani scegliesse il mondo competitivo).
Co costruire insieme al bambino obiettivi così piccoli da rendere impossibile un non raggiungimento o “fallimento” (volendo usare espressione che il bambino sente e utilizza). Affiancarlo nel dojo fino a quando il bambino sarà capace in autonomia di porsi obiettivi congrui al suo essere e saper fare.
Il bambino non necessita per forza di un miglioramento “esplosivo” unico, veloce, grande. Ha bisogno di “assaporare” di assorbire, di vivere pienamente le sue esperienze di miglioramento. Più si lascia al bambino il tempo di metabolizzare le emozioni positive date dalla gioia della prima caduta, del primo o-soto-gari, del primo incontro con il compagno, più si propone a lui piccoli ma costanti miglioramenti, giorno per giorno, un passo alla volta, più il piccolo judoka proverà gioia e comprenderà l’importanza del mettersi alla prova con coerenza e continuità.
Perchè correre? Perchè chiedere al bambino di saltare tappe, perché portarlo dove ancora non sente di andare o a fare quello che ancora non sente di poter fare?
Rispettare i suoi tempi è fondamentale. Una è la “one best way” per realizzare il suo successo nel judo nella scuola nella vita: il piccolo passo.
Il miglioramento graduale lento e costante è parte della naturale evoluzione dell’essere umano, perchè stravolgere il naturale con altro di innaturale? Il corpo, la mente, nascono crescono cambiano ogni giorno per tutti i giorni della vita, non conoscono condizione di inerzia, non si fermano mai, hanno un ritmo. ll ritmo ha la sua regola: un po’ per volta senza sosta per tutti i giorni della vita.
Il successo che il bambino judoka ottiene nella vita, nello sport, secondo il modello Kaizen, è direttamente proporzionale al livello dell’impegno; se c’è discontinuità se non si applica giorno dopo giorno non andrà molto lontano.
L’adulto, il Maestro, ha un compito: far comprendere l’importanza di fare “un po’ tutti i giorni”, guidarlo ogni giorno, passo dopo passo, e lasciarlo solo nel momento in cui il bambino é capace di porsi da solo obiettivi che gli appartengono e che sa di poter raggiungere.
Il Maestro che insegna al piccolo judoka a migliorarsi costantemente lo aiuta nello stesso momento a contrastare l’atteggiamento arrendevole, remissivo.
Ogni bambino è diverso, non sempre per un piccolo judoka i compiti, movimenti o le tecniche nell’ordine e nel tempo dato dal go-kyo risultano adeguati, a volte risultano troppo difficili da raggiungere per il bambino, a volte il piccolo chiede più tempo.
Insistere o seguire la tabella di marcia tradizionale può intimamente deludere, demotivare, può instillare l’abitudine a pensarsi “non capace di..” può favorire la modalità “lo farò domani non oggi” può favorire “non ce la faccio, mollo”.
Kaizen! Sono i piccoli passi le grandi imprese raggiungibili del piccolo judoka, sono i piccoli passi giorno per giorno che alimentano e favoriscono il senso di sicurezza, di energia e vitalità. Se il bambino sogna di diventare un campione il Maestro lo aiuta a scomporre il suo grande sogno in tanti piccoli sogni (obiettivi) tutti facilmente realizzabili perché costruiti su di lui. Tanti piccoli sogni che rafforzano la sua autostima, mantengono alta la motivazione e lo accompagnano nel divenire uomo.
Agire con complicità perchè rimanga focalizzato su quello che lui vuole. Pensare e selezionare insieme a lui con esattezza una serie di attività da compiere ogni giorno progredendo in termini di piccoli miglioramenti quotidiani. Il bambino entusiasta del suo successo vive e conserva quell’emozione piacevole che lo rende sereno oggi e forte domani.
Il Maestro sa bene che crescere nel dojo non è un cammino “lineare”, di volta in volta – in relazione a quanto accade – applica adeguati accorgimenti cosicché da non invalidare l’efficacia “del processo di miglioramento”. Il piccolo judoka che comincia ad applicare la metodologia Kaizen nella pratica del judo e ne sperimenta la positività attraverso le emozioni, quasi come un’abitudine farà convergere in ogni area della tua esistenza questo modello, migliorarsi costantemente diventerà una tua filosofia di vita.
Dr.ssa Loredana Borgogno