L’etimologia della parola curiosità si lega alla parola latina “cura”, sollecitudine, che rimanda proprio alla voglia e l’urgenza di sapere qualcosa.
I bambini sono la nostra ispirazione in tema di curiosità.
Aprono porte, cassetti, toccano ovunque, costruiscono castelli con scatole e poi ci entrano dentro, spostano, tutto quello che non conoscono lo vogliono scoprire.
Non importa loro di sapere cosa ci sarà, fanno.
E noi adulti? 
Noi adulti troviamo molto più naturale oramai percorrere le stesse strade da anni, troviamo naturale camminare guardando per terra, ci sentiamo al sicuro se non spostiamo mobili fermi da anni nella stessa posizione, ci adoperiamo per fare la spesa negli stessi negozi da sempre. L importante sembra essere non spingersi ad immaginare e fare altro.
Dov’è finita la voglia di scoprire, di curiosare?
 
Ogni giorno ci sono strade alternative e magari anche con fiori e piante che possiamo percorrere, ci sono case di colori diversi e vetrine luminose da ammirare se alziamo lo sguardo un poco più su, la casa può cambiare aspetto in un attimo lasciando spazio alla creatività.

La curiosità, la voglia di sperimentare altro, il desiderio di emozionarsi per piccole cose che tanto conoscevamo da piccoli, ieri era cosi divertente mentre oggi fa paura, oggi è causa di ansia.

Vediamo prima di aver fatto, sentiamo prima di aver provato, convinti di conoscere quello che non si conosce. Quindi non spostiamo lo sguardo altrove.
Convinti che un’esperienza già fatta non possa ripetersi diversamente, ci guardiamo bene dal riprovare. La curiosità è troppo debole rispetto alla convinzione.
E, la curiosità di esplorare noi stessi?
I bambini chiedono: “Perché sono triste… perché mi arrabbio?”. Curiosi vanno alla scoperta del loro sentire, del loro mondo interno.

Noi adulti facciamo finta di non sentire, troviamo mille distrazioni e altrettante scuse per non aprire anche solo un po’ quelle porte interne oltre le quali non vogliamo curiosare.
Eppure sarebbe meraviglioso curiosare in noi e portare alla luce quanto di bello c è in noi, scoprire quanto potenziale non utilizziamo di noi stessi.

La curiosità non chiede di andare indietro nel tempo, chiede di aprire oggi, qui e adesso, la nostra mente e il nostro cuore per scoprire quanto di più siamo, quanto di più possiamo fare e quanto meglio possiamo vivere.
Fiducia nella curiosità, e se lo diceva lui…
“Non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente curioso”. (Albert Einstein)
Condividi questo contenuto su...
Dimmi, ti ascolto, mentre tu cammini verso il tuo cambiamento... Psicologa, dopo un passato di atleta di livello mondiale, ho sentito che era giunto il momento di dedicare le mie energie, la mia passione, a chi vuole cambiare, a chi sente di voler superare l' "avversario" nascosto che oggi non gli consente di andare verso il suo traguardo.