Parlare di fiducia è cosa non semplice. L’ultimo periodo della nostra vita catturato dalla pandemia ha messo e sta mettendo a dura prova questo sentimento.
Siamo cambiati e, sinceramente, per quanto possa aver constatato come singola persona, forse non del tutto in meglio.
Solo ad osservare i movimenti dei corpi, le andature, gli sguardi delle persone,arrivano chiari segnali di distanza emotiva, ben lontani dal “noi” e incollati all “io”.
Che cos’è la fiducia? Come definirla?
La fiducia si può intendere come un sentimento che decide o meno la nascita di una relazione con noi stessi e con gli altri.
La fiducia può essere intesa come la sensazione di essere al sicuro, di poter contare su noi stessi e/o sull’altro o sulle nostre capacità.
La fiducia possiamo intenderla come un insieme di più comportamenti che altri possono esprimere in determinati modi.
La fiducia è un atteggiamento interiore mentale ed emotivo che si attiva verso qualcosa o qualcuno.
La fiducia è affidarsi a qualcuno e essere affidabili per qualcuno.
La fiducia è un sentimento astratto ed è allo stesso tempo un comportamento concreto.
È un processo neurale che attiva strutture del nostro cervello, che si lega con altri processi, quali le emozioni.
La fiducia può essere onnipresente o esser totalmente assente.
“Non mi fido più di te dopo quel giorno”… “Non sei degno della mia fiducia”. “Mi fido ciecamente di te”…”Di te si che mi posso fidare”…
Sono solo alcune delle affermazioni più comuni sulla fiducia che normalmente vengono rappresentate e/o seguite da comportamenti e atteggiamenti di chiusura/apertura, dal risentimento o dall’accoglienza, dalla rabbia o dall’amore.
Decidiamo di aver fiducia nelle persone se ci trattano come noi desideriamo, se fanno tutto secondo le nostre credenze riferite a come si debba esser trattati. Ci fidiamo insomma di chi soddisfa e risponde le nostre aspettative.
Con impressionante velocità, accade anche che, quando una persona ci ferisce, quando “fa” altro, fuori dai nostri schemi, noi resettiamo tutto è azzeriamo la fiducia. Fine di tutto.
Questo perché consideriamo il sentimento della fiducia qualcosa che dipende solo dall’esterno, non legato alla nostra interiorità.
Così pensando la fiducia può ridursi ad un sentimento non reale, essere quasi una semplice illusione, una fantasia della nostra mente.
Qual è la conseguenza di ciò?
Non la si cerca, non la si può riconoscere, perché in fondo “non esiste”. Si reagisce a qualcosa e non si costruisce qualcosa.
Quando invece possiamo accogliere la fiducia come reale?
Quando, indipendentemente da ciò che avviene all’esterno per mano di altri o altro, la fiducia nasce e si basa sulla nostra intima esperienza interiore, quando per noi è qualcosa che esiste in noi, punto. C’è, è nostra, ci supporta, ci protegge, si prende cura di noi, nessuno può arrivare a lei. È nella parte profonda di noi, dove a nessuno è consentito arrivare.
Se ci attacchiamo alla fiducia immaginaria, questa e’ pronta a farci cadere, a farci indietreggiare, a farci ritirare, a farci soffrire.
Se riconosciamo la nostra fiducia come fiducia reale, quella che dipende da noi, che è nostra, allora l’unico suo scopo è aiutarci a crescere, a proseguire, a credere.
È la fiducia reale che ci permette di affrontare tutte le esperienze senza paura di essere battuti, sconfitti, feriti da alcune di queste.
Possedere fiducia reale, significa provare anche sfiducia nei confronti di una specifica situazione o persona, tuttavia questo avverrà solo dopo aver osservato attentamente la realtà oggettiva dei fatti, e non per aver reagito al percepito del momento.
Facile arrivare a tutto questo? Direi non proprio. È un lungo, importante, complesso e altrettanto meraviglioso viaggio.
Io sto viaggiando alla scoperta di tutto questo, e tu?
Loredana