Chi di noi non sarebbe entusiasta di avere uno strumento capace di tenerci costantemente aggiornati sulla crescita ed evoluzione di nostro figlio in quello che fa, che sia studio che sia attività sportiva, e, magari poterlo avere anche in modo divertente. Avere insomma come una sorta di cartina stradale che ci indichi in tempo reale se nostro figlio sceglie e percorre le strada giusta o se ha imparato ad orientarsi per arrivare a destinazione.
La mappa mentale è esattamente questo (teorizzata dal cognitivista inglese Tony Buzan). È una raffigurazione grafica del pensiero che si lega ad un progetto, un’idea o un concetto. È strutturata in chiave emozionale, si sviluppa per associazioni, che possono essere di ordine gerarchico o di consequenzialità. Sin dal primo istante in cui si prova a creare una mappa mentale sono chiamate in campo più caratteristiche della corteccia cerebrale come la logica, il colore, la visualizzazione, la creatività, l’orientamento, la sintesi. Il nostro cervello è in grado in pochi secondi di associare una grande quantità di informazioni e, la mappa mentale, permette di trasferire su un foglio di carta tutte le informazioni che scegliamo dando ad ognuna di queste un’emozione, una parola, un numero, un colore, una figura, un simbolo.
Osservare una mappa quando la stessa viene realizzata e terminata, consente di ricordare tutto alla perfezione e, con le stesse emozioni! La mappa mentale è, così prediligo definirla, come una sorta di fotografia in negativo che è necessario sviluppare per poter leggere e vedere bene quello che si ha in mente di fare o di dire. Fino a poco tempo fa, suggerivo l’utilizzo della stessa soprattutto nello studio; con il tempo poi, “testato” anche su di me, ho realizzato che la mappa mentale è utilissime e funzionali anche applicata all’attività sportiva (contribuisce ad esempio ad individuare cosa fare o cosa non fare nel percorso di preparazione) indipendentemente dall’età della persona. Parte del tempo che, trascorro individualmente con i bambini, adolescenti e adulti, che seguo nello sport o nello studio, è proprio dedicato all’apprendimento della mappa mentale: come pensarla, da dove partire, come procedere e come chiuderla. L’obiettivo è far sì che si abituino ad utilizzare la mappa mentale su qualsiasi e per qualsiasi cosa debbano fare, la loro amica fidata!
Cosa accade quando si disegna una mappa mentale? Ci si diverte! e, non solo se si è bambini. Se c’è divertimento, c’è attenzione e se c’è attenzione c’è il risultato, soddisfazione e gratificazione. Il divertimento c’è sia che il lavoro venga fatto a mano libera, sia che questo si realizzi con il supporto di un computer. Quando utilizzare uno e quando l’altro? Non c’è una regola fissa, dipende dall’età, dalla destinazione finale del lavoro e dalla preferenza di chi disegna la mappa. Per bambini, ragazzi fino a 15 anni, consiglio vivamente, laddove possibile, le mappa a mano libera, perché possano allenarsi a disegnare e colorare le immagini e a non ricorrere ad immagini già pronte reperibili sul web. Cosa c’è di più bello che vederli con la mani tutte colorate, mani che hanno “fatto!”
L’esercizio pratico a mano libera, stimola maggiormente la creatività, la fantasia, e, allena l’attenzione. Il lavoro porta a focalizzare e visualizzare bene i particolari, e dunque “allena” a trattenere ciò che è importante da quello che lo è meno, a non spostarsi dall’obiettivo se non prima di averlo raggiunto. Consente di non perdere di vista da dove si è partiti e dove si vuole arrivare. La mappa mentale, costruite come detto per lo più sul principio di gerarchia o di consequenzialità, aiuta a creare ordine laddove c’è confusione o tendenza a “perdersi” tra le tante informazioni. Forza indiscussa dell’utilità della mappa è data dall’utilizzo del colore. Il colore da “vita” al disegno e il richiamo e il ricordo a ciò che è importante viene dallo stesso incentivato. Chi disegna sceglie secondo suo gusto e piacere il colore da utilizzare, e, questo fa sì che si ricordi e distingua meglio le differenti informazioni o, in caso di un progetto, le fasi del percorso di realizzazione, proprio perché legate a colorazione diversa.
Perché alleata preziosa dei genitori? Perché il bambino, adolescente, si diverte e, studia divertendosi. Nel divertimento impara un metodo, impara a progettare, a costruire un percorso e ad utilizzare la memoria per recuperare solo le informazioni necessarie. Impara a sintetizzare, ad associare un discorso ad immagine. I bambini non dimentichiamo, utilizzano molto la memoria visiva, soprattutto quando ancora non hanno possesso completo delle abilità di memorizzazione per significato.
Come fare? Divertitevi anche voi con i vostri bambini, prendete colori, fogli, “sporcatevi “con loro. Non insegnate ma giocate con loro a chi fa la mappa più strana. Disegnate per i primi tempi insieme a loro, è decisamente il metodo più semplice e veloce perché loro imparino e lo raccolgano come cosa utile. Non create mappa con stesso oggetto (argomento), questo evita di bloccare la loro fantasia (copiarvi). Ponetevi argomenti diversi e poi confrontate i due lavori, in questo modo non nasce in entrambi competizione e, il bambino o adolescente, sente il permesso di essere se stesso, libero dal pensiero di dover rispondere alle vostre aspettative. Buon divertimento!
Dr.ssa Loredana Borgogno
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