Sono qui tra tante persone e mi dico: “ci credi? sei convinta di esser qui?”. Si agitano in me mille emozioni differenti, il corpo più che mai unito all’anima risponde muovendosi frettolosamente, eppure penso: “sono qui con indosso il judogi e non me ne vado!”. Convinta e con forza elimino i pensieri che operano per portarmi via dal qui ed ora, per distrarmi e trattengo quelli che sanno dove condurmi, quelli che ho ben memorizzato nei giorni precedenti.

Salgo sul tatami, inizio a correre, sento l’aria che altri spostano, sento il rumore delle cadute di altri, sento le voci di tanti, tuttavia è una potente e positiva solitudine mentale ad avvolgermi, ci sono solo io. Percepisco ogni passo che faccio, sento il movimento delle gambe e le braccia che ne seguono il ritmo, sento l’energia, sento ogni parte del corpo pronta a partire, a fare quello che con impegno gli ho insegnato.

Penso a quanto difficile e tortuoso è stato arrivare qui, penso a quanti sacrifici si nascondono dietro questo giorno, penso a quante avversità ho superato per non mancare, penso a quanti anni ho atteso questa opportunità, opportunità che avrei avuto il diritto di vivere tanto prima e che qualcuno mi ha tolto senza farsi scrupoli pensando ad un suo interesse, penso a quanto è fantastica la vita perchè lei non dimentica e prima o dopo ti ricompensa.

Corro, saltello, percepisco le prime gocce di sudore che scendono lungo la schiena, percepisco i muscoli che cominciano ad attivarsi cominciano a reagire alla tensione. Mi guardo intorno, cerco di incrociare lo sguardo di quelle che potranno essere le avversarie per intimorirle, come per dire: “oggi sono qui, sono pronta”.

Lascio correre le mani lungo la cintura, la stringo bene, sento il suo spessore, sento la sua importanza, sento il suo significato, sento il suo percorso, sento me in lei. Mi sento!

Le luci si accedono, la musica di sottofondo si ferma, i tabelloni si illuminano, spuntano i primi nomi, l’area work è stipata di atleti, chi indossa il judogi blu chi indossa quello bianco, ci siamo adesso non si torna indietro, da qui tutto ha inizio tutto parte!

Ed eccomi qua in fila, in attesa di fare ingresso all’area gara, un attimo, una frazione di secondo la paura diviene padrona. Si fa sentire la paura sana, quella paura che ti mette in allerta, che ti fa “drizzare le antenne”, quella paura che ti consente di non sottovalutare l’avversaria ma nemmeno di sottovalutare te stessa, quella paura che volevi sentire e che hai atteso mesi per sentirla, quella paura che un attimo frena il battito per poi farlo ripartire a mille, quella paura che ti fa sentire ogni parte del tuo corpo presente, quella paura che è anche fiducia e che ti dice: “vai, non potevi fare nulla di più di quanto tu non abbia fatto per essere qui, non c’è nulla che non hai dato a questa giornata a questo momento, vai e sii te stessa!”

Penso a quanto volte mi dico: “ma si dai lo faccio per divertirmi” e a quanto adesso tutto sento meno che divertimento! Forse in palestra mi diverto, ma qui al mio imminente ingresso al primo incontro di un campionato, quel campionato che ho rincorso per anni … è importante .. mi sto divertendo?

Ci si prende in giro così, quasi per scongiurare ogni possibile sconfitta, quasi per mettere le mani avanti nel caso di eliminazione, però la verità è ben altra, siamo tutti qui per vincere, per sconfiggere l’avversario, per salire sul gradino più alto del podio! Si, certo appena tutto sarà terminato e magari con la medaglia al collo potrò dire … mi sono divertita.

Il mio nome, l’ho sentito! Il palazzetto è grande, migliaia di persone possono sentire il mio nome, mi sento grande adesso ed anche così fragile, così piccola qui.

Sento la voce della piccola Loredana che trema e vedo la mano della grande Loredana che cerca la piccola, la guarda, la rassicura, insieme sanno che possono farcela! Non si sono mai separate, hanno affrontato tutto insieme, ed insieme adesso non … tornano indietro!

Cammino verso l’area di gara, non sento più niente, c’è un grande silenzio, sento solo il mio corpo, la saliva che inizia a mancare, la mente che cerca dentro di me l’immagine che per mesi ho preparato studiato costruito, cerca le parole che per tanti giorni ho selezionato ha sostituito ad altre e che ho scelto. Ci sono, sono in contatto con me stessa. Salgo, vado è il mio momento! Sono pronta!

Lei, l’avversaria è davanti a me, le vado incontro, stringo le prese, la sento, sento il suo tremore eguale al mio, sento la sua tensione eguale alla mia, non è diversa da me, non ha nulla più di me. C’è emozione, c’è paura, c’è coraggio, sì…ci vuole coraggio a salire qui sopra. Questo è un tatami come quello su cui altre volte sono salita, e, nel momento in cui lo sento famigliare … come per magia un interruttore si accende e combatto!

Non si può spiegare, non si raccontare quell’attimo in cui ti accendi, in cui parti, in cui sai che la tua tecnica è andata a buon fine, l’attimo in cui hai vinto! non si può spiegare … lo si può solo sentire.

Scendo dall’area di gara, con decisione mi dirigo verso l’area work,  il sudore è tanto, le mani sono ancora in tensione, non posso lasciare andare i pensieri .. sono all’inizio sono al primo incontro, non posso perdere la concentrazione, fermo tutto nella mente. Non è questo l’obiettivo, non è il primo incontro … è un primo passo.

Passa tempo, tanto tempo, eppure tutto viene percepito come immediato veloce “subito”, tocca nuovamente a me! il  nome l’ho sentito, sono proprio io. Cambio judogi, indosso quello blu, la percezione è la stessa di prima, è il mio nome il solo che sento in questo grande palazzetto, ci sono solo io.

Non penso, salgo, nuova avversaria, ha una grande rigidità in viso, come spaventa! (chissà se anch’io faccio questo effetto) guardo il mio coach, e poi, non sono sola ho chi mi aiuta .. lei la piccola Loredana è con me, con la grande… siamo insieme … una gioca l’altra è forte, adulta … questa è la nostra forza!

Ha inizio l’incontro, sono sempre le prese a dirmi come sto come posso fare o cosa posso fare, è il contatto che mi parla mi suggerisce … e poco dopo .. arriva la vittoria, ho sentito quello spazio, l’ho cercato, l’ho aspettato, ho messo a segno la tecnica. E’ successo ancora, non ho sbagliato nulla sin ad ora. Scendo.

Passa il tempo passano gli incontri di altri atleti, passano i miei di incontri, vinco, vado avanti e, mentre intorno a me si alternano vittorie a sconfitte, si vedo gioie e si scorgono le prime lacrime, attendo il momento delle finali … ed io ci sono!

Ho atteso ore ed ore per questo momento, ed ora è arrivato! È arrivato quel momento atteso da tanto, è arrivato il momento in cui posso dare risposte a me, alla piccola Loredana, è arrivato il momento più difficile che potrà darmi o l’infinita gioia di un primo posto o potrà farmi sfuggire anche se per poco un traguardo importante.

Indosso ancora il judogi blu, mi piace il blu, colore del rigore, dell’organizzazione, mi piace oggi lo sento mio. Guardo in alto lo schermo grande mostra il mio nome, non leggo quello dell’avversaria non mi interessa, devo concentrarmi su di me.

Accanto il mio coach, farà ingresso con me, mi guarda, è semplice, poche parole ma di grande forza: “ quello che sai Lori”. Il mio cuore batte forte, divertimento?, magari! qui dentro me tutto frulla … c’è  paura di allerta, sono contenta è giusto che ci sia, mi fa stringere le mani, mi fa pensare che tutto è alla mia portata, che ce la posso fare, anche l’avversaria ha paura di me!

Sono consapevole della mia inferiorità fisica, lei è più forte, questo mi fa ragionare, so di non poter correre rischi, e mi dico: “ragiona Loredana ragiona…”

Eccomi sono qui, su uno dei tatami più importanti del percorso di un atleta, sono qui all’incontro che mai avrei pensato di desiderare ancora di raggiungere, sono qui con le mie stanchezze e con le mie forze, sono qui con i miei dolori e con le mie gioie, sono qui sola  e al centro di un grande mondo!

Il mio corpo và, conosce il tatami, lo guido, lo controllo nei contrasti … ed ancora una volta scatta l’interruttore … secondi passano … ho un vantaggio importante … Manca tempo ancora lo so, però c’è un vantaggio!

Ferma Loredana, tranquilla, ragiona … sento il braccio dolorante, non so bene come ho fatto ma l’ho salvato, pericolosi movimenti evitati …mi alzo guardo il tabellone pochi secondi mi separano dalla vittoria .. forza Loredana!

Mi alzo, non penso più, afferro il judogi, stringo le prese, cade, l’avversaria è a terra, non ti mollo, non ti mollo … ho lottato, ci ho creduto … penso: ho perso, ho vinto, infinite volte negli anni, adesso ci sono io qui … ci sono io sopra…

Il suono arriva, quel suono che tutti vorrebbero sentire, quel suono che dice è fatta! Hai vinto Loredana! Hai vinto! Credici è tuo il titolo … è tutto tuo! … non c’è più nulla da dire da pensare, c’è solo da gioire! Puoi gioire hai visto!

Le mani si alzano al cielo non so perchè.. si alzano come per liberarmi come per portarmi in alto … si alzano per dire un grazie unico alla vita! Grazie perché mi ha permesso di essere qui, grazie a tutti voi che avete creduto in me, grazie a chi mi ha guardato negli occhi e mi ha detto vai! Grazie a chi è vero!

Scendo è tutto vero, penso, penso ed ora è lo sguardo che va al cielo, lo so a chi va, lo so bene e mentre guardo lassù …il primo abbraccio, quello di chi lotta con te, quello di chi non ti ha mai lasciato sola, quello di chi ti ama incondizionatamente …è dentro di te, è il suo, la piccola Loredana. Poi una corsa dal coach, non ci sono parole .. sono silenzi infinitamente potenti.

Grazie all’amore di chi mi ha cresciuto e fatto arrivare fino qui, grazie a te piccola Loredana che non hai perso fiducia in me, la grande Loredana, grazie a tutti, non c’è chi viene prima o dopo viene solo un grazie a tutti!

Sono sul podio le note dell’inno partono non riesco a piangere non sento nulla, vedo tante immagini, fatiche, pianti, sorrisi … c’è tutto in questo inno c’è tutto di me, di voi .. c’è tutta la mia vita di oggi!

Questa è la mia vittoria!

Condividi questo contenuto su...
Dimmi, ti ascolto, mentre tu cammini verso il tuo cambiamento... Psicologa, dopo un passato di atleta di livello mondiale, ho sentito che era giunto il momento di dedicare le mie energie, la mia passione, a chi vuole cambiare, a chi sente di voler superare l' "avversario" nascosto che oggi non gli consente di andare verso il suo traguardo.