Esperienza profonda che ha cambiato entrambi nel corso di più incontri.

– Allora A. sei pronto a gareggiare?
A: “Si ma credo che avrò comunque una grande paura è un appuntamento a cui tengo molto”.
– Posso immaginare come tu ti senta, la paura la sperimentiamo tutti noi quando vogliamo dare il meglio.
A: “Quando lei gareggiava, so che ha fatto gare importanti, come faceva? Il mio problema sa è che a volte sento che è una paura leggera, altre volte, proprio quando non vorrei, è invece troppo forte e mi frega. Mi dica lei cosa faceva?”.

– Sai A. potrei adesso raccontarti cosa facevo, penso però che a breve ci sarai tu lì, non io, quindi adesso insieme dobbiamo trovare la risposta migliore per te, quella che tu costruisci a misura su di te, cosa ne dici?
A: “In effetti se ci penso ho già provato a fare cose che mi hanno consigliato altri non è che funzionano molto [sorride] se così non fosse non sarei qui […]”.


– Sei qui perché hai deciso di allenare e educare la mente come il corpo. Sai bene che nessuno ha la bacchetta magica, quindi nemmeno io, diciamo che in questo contesto sono un po’ come un allenatore esperto del campo e so quali esercizi oggi possono farti star bene.
A: “mi piace la idea di avere un altro allenatore [sorride], mi sento più importante”.
– Ottimo. Tu qui per me sei la persona più importante […]. Torniamo alla paura ok e vediamo se possiamo cambiare il tuo stato rispetto alla stessa. Allora prova adesso a pensare alla paura e nel mentre comincia a fare quello che abbiamo provato insieme più volte [A. applica tecniche apprese in altre sedute]. Prova a pensare di entrare al palazzetto che tu mi hai descritto e mi hai detto di conoscere bene. Dove vai? Prendi il corridoio di destra o di sinistra solitamente?

A: “be mi dirigo a sx di solito anche se è la stessa cosa entrambe i corridoi portano alla sala controllo documenti. Quando cammino per il corridoio entro già in gara e sento la paura”.
– [proseguiamo a parlare della paura]. Va bene A. adesso però ti chiedo di rimanere fermo all’ingresso e osserva quello che accade. Entra e aspetta un attimo stai fermo al centro. Al centro del tuo cuore diciamo. Resta collegato qui [mi interrompe].
A: “sto pensando e se invece di andare a sx come sempre prendessi il corridoio di dx? Forse se cambio una abitudine cambio quello che sento”.

– Se vuoi provare, prova a pensare di farlo [attendo].
A: “mah, no, cammino ah, la fifa c’è”.
– Quindi? Mi stai dicendo che non cambia nulla?
A: “Esattamente. Alla fine la paura che vada a dx o vada a sx c’è”.
– Ricorda che avevamo pensato di restare al centro, fermo ad osservare. Dunque adesso torna al centro e sai che a dx e anche a sx c’è la paura, dimmi cosa senti cosa pensi?
A:”penso che sono fregato, che volevo evitarla pensavo di avere via libera dall’altra parte, invece se pur sotto altra veste la paura però c è sempre”.
– Interessante. Mi stai dicendo che non ha la stessa forma la paura che vedi a dx o a sx? Quindi la cosa che forse puoi fare è capire quale delle due paure che vedi vuoi affrontare.

A: “non posso non provarla, chissà perché spreco tante energie”.
– Bravo A. hai centrato il problema. La paura c’è è arriverà sempre, da dx o sx. Se così non fosse non saresti umano e soprattutto saresti incosciente perché non ti attiveresti per difenderti e agire. Quello che adesso sai però ed è fondamentale, è che le dimensioni e la forza che attribuisci alla paura dipendono solo da te e non dalla gara. Se le dai più forza di quanto realmente non abbia ti adopererai molto per allontanarla e non riuscirai a stare al centro. Se le attribuisci una naturale forma e intensità e la legittimi tu sarai in grado di osservare, moderate, di restare al centro. Non è importante quale corridoio porta a te la paura, conta quale paura tu ti aspetti di incontrare. Come ti senti rispetto a questo?
A: “Direi meglio, più tranquillo. Però se succede, se mi perdo, se esco dal centro?”

– Che tu ti possa perdere non è una possibilità remota, anzi è possibile all’inizio. Dimmi, quando ti perdi per una città, strada, cosa fai?
A: “Chiedo informazioni o guardo Maps”.
– Perfetto, qui non è diverso. Se dovesse succedere, prima di aver imparato a riconoscere e scegliere la paura, chiedi informazioni a te stesso, alla tua mente, fai quello che stiamo imparando. Può succedere che si scambi una ciliegia per una bacca, l’importante è accorgersene prima di mangiarle.
A: “Un po’ come provare un gesto tecnico insomma, qui mi alleno a riconoscere cosa sto costruendo da solo nella mia testa, mi alleno a star fermo osservare e chiedere informazioni”.
– Esattamente quello che impareremo a fare. Bisogna conoscere per scegliere. Oggi hai già alcuni nuovi attrezzi del mestiere che insieme abbiamo scelto per te, ricordi, comincia ad usarli. Allenati ad utilizzarli ogni giorno in più occasioni.
A: ” Si ricordo, ho capito”.

– Bene A. adesso posso dirti cosa facevo io quando mi trovavo in gare importanti. Facevo esattamente come te! [si mette a ridere]. Ci passiamo tutti da lì, e tutti poi impariamo a moderare e riconoscere i nemici che costruiamo da soli.Tu sei già vincente perché ti sei dato la possibilità di accorciare i tempi affidandoti ad un allenatore diciamo differente.
A: “già … più vado avanti e più ringrazio il mio coach, un po’ mi ha forzato, però capisco adesso”.
– Ringrazia prima te stesso che ci metti fiducia, impegno e tempo. Il tuo coach prenderà risposta vedendoti nel tempo esprimere il meglio di te. Concentrati su di te. Bene ci vediamo […]. In bocca al lupo!
A: “Andrà meglio Loredana, ne sono certo la ringrazio”.

Il nostro percorso è andato avanti. Ottimi risultati nella gara importante che attendeva. Le vittorie nel tempo sono incrementate, non sono mancate anche le sconfitte.
A. ha superato la prova più complessa: accettare se stesso prima come persona poi come atleta. Cosa assolutamente non scontata … credetemi.

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Dimmi, ti ascolto, mentre tu cammini verso il tuo cambiamento... Psicologa, dopo un passato di atleta di livello mondiale, ho sentito che era giunto il momento di dedicare le mie energie, la mia passione, a chi vuole cambiare, a chi sente di voler superare l' "avversario" nascosto che oggi non gli consente di andare verso il suo traguardo.