« Non si deve invidiare nessuno; visto che i buoni non meritano invidia, ed in quanto ai cattivi, più essi trovano buona sorte più si rovinano”.(Epicuro, Sentenze Vaticane)
Invidia dal latino in-videre, guardare contro, guardare con ostilità. Esiste persona che non ha provato invidia, anche solo una volta nella vita? E, quanti di noi temono l’invidia da parte degli altri?
È faticoso parlare di invidia poiché solo a nominarla ci si colloca in posizione di inferiorità o debolezza. È faticoso perché si vive in un continuo stato di insoddisfazione provando solo sofferenza. È un sentimento insidioso e fastidioso non solo per chi la prova bensì anche per chi la subisce.
Chi è oggetto di invidia si sente in pericolo, come se temesse che questa possa generare e portare negatività nella sua vita. Tanti i casi in cui si subisce “il contagio”, lasciando che emozioni altrettanto aggressive e negative rispondano all’invidia.
È possibile – ma raro – anche provare gratificazione nell’essere oggetto di invidia a patto che la stessa provenga da chi vive il confronto con noi come una sana competizione. Diverso è per chi prova invidia.
Colui che prova invidia la mette in atto quando si sente sminuito rispetto a qualcuno per quanto ha, per quello che è capace di fare o semplicemente per l’aspetto. Provare invidia costituisce – se pur in modo alquanto bizzarro – la via per recuperare la stima in sé andando a svalutare altri; nel confronto nasce il bisogno di emergere.
Il senso di inadeguatezza spinge ad una reazione ostile e aggressiva: attaccare l’altro. È come se per proteggere il proprio “io valgo” l’unica soluzione sia quella di abbassare il livello degli altri giudicando o criticando le loro qualità.
Solo nei casi in cui la propria autostima è ben salda provare invidia può rappresentare uno stimolo un desiderio di migliorarsi e modificare i propri obiettivi o crearne di nuovi. Quando è che l’invidia trova terreno fertile?
L’invidia esplode laddove si cresce con sentimenti rancorosi, laddove regna rabbia, laddove ci si sente incompresi, trascurati puniti da una ingiustizia universale. Forti di questa ingiustizia ci si trasforma in demolitori di tutto ciò e di tutti quelli che emergono e che si differenziano per varie caratteristiche o per circostanze della vita. È un’invidia che passa sopra a tutto e tutti perché non contempla o prevede alcuna possibilità che quanto viene invidiato possa essere raggiunto.
Come possiamo evitare l’invidia?
Scopriamo i nostri desideri reali, cosa vogliamo veramente per noi, scopriamo come modificare e liberarci da quelle trappole che ci impediscono di raggiungere i NOSTRI obiettivi. Costruiamo la nostra “mappa” e disegniamo le strade che possiamo percorrere. Torniamo indietro dentro di noi, affrontiamo quei ricordi che fanno emergere una scarsa opinione di noi stessi. Andiamo a risignificare le passate emozioni, ascoltiamo con il nostro adulto di oggi l’amarezza o le paure del nostro “bambino” di ieri e rassicurandolo abbracciamolo con amore!