“Non esistono fallimenti, esistono solo risultati” (T. Edison).

È cosa umana e impossibile evitare un errore o evitare di essere imperfetti. Henry Ford affermava che, per aumentare i successi, bisogna prima raddoppiare i fallimenti. Quando abbiamo timore di sbagliare, di perdere, ci “fermiamo” e, proprio qui, alla prima occasione, concediamo al risultato negativo di presentarsi a noi  con il risultato si sentire il peso di un fallimento. Così accade che, invece di affrontare al meglio una gara, un esame o un appuntamento importante, dove il timore di perdere è forte, dove rischiare ci fa temere di “macchiare” una carriera positiva, ci infortuniamo, o preferiamo ritirarci del tutto o, spuntano impegni improvvisi inderogabili.

Dunque, certo è vero così non perdiamo la faccia, ma, chissà forse anche la possibilità di vincere, di incontrare qualcuno di importante, di avere una promozione. L’errore è nella mentalità; la sconfitta non è fallire, non è “non riesco mai”, “ho perso e basta!”, ” figurati andrà male”, “lo so già…”.

Perdere è un’opportunità di crescita, di apprendimento, è un momento per conoscersi meglio e accettarsi, accogliersi, amarsi. Facile farlo quando tutto fila liscio!

In realtà, non si perde mai, perché esserci significa avere coraggio, avere umiltà, significa  mettersi alla prova, sfidare i propri limiti, le proprie insicurezze e paure, significa dare onore ai sacrifici o all’impegno dedicato in precedenza.

Non esiste il caso, fortuna, sfortuna, la realtà è come noi vogliamo vederla. Non fermiamoci alle scuse.

Ogni esito positivo è il risultato di un dialogo armonico tra interiore/esteriore; se arriva una sconfitta una delle due parti ha “taciuto” o parlato meno, lavoriamo per ritrovare l’equilibrio. Non diamo colpe, riflettiamo e  pensiamo a cosa avremmo potuto fare o a cosa non avremmo potuto fare in quella occasione. Se siamo capaci di cogliere un insegnamento anche da un evento non  positivo,  riusciamo a modificare la “rotta” e a fare cose per noi incredibili, che prima di allora pensavamo di non poter raggiungere. Sapere individuare le proprie sicurezze ed accettare le proprie insicurezze consente di ridurre al minimo il rischio di rinunce dolorose e di sentire quel fastidioso “amaro in bocca”.

 

 

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Dimmi, ti ascolto, mentre tu cammini verso il tuo cambiamento... Psicologa, dopo un passato di atleta di livello mondiale, ho sentito che era giunto il momento di dedicare le mie energie, la mia passione, a chi vuole cambiare, a chi sente di voler superare l' "avversario" nascosto che oggi non gli consente di andare verso il suo traguardo.