Come si fa a vincere? Come si fa a centrare il proprio obiettivo? Queste le domande che più comunemente mi sono sentita rivolgere dopo gare importanti e alle quali ho spontaneamente risposto: “credendo di più nelle capacità della nostra mente e forse un po’ meno in quelle del corpo, perché il corpo va da sé è allenato, la mente invece no ….ci si dimentica di lei e di quello che può fare se allenata e modellata ad occasione”.
Non è semplice parlare di Psicologia dello Sport, in questo caso di Psicologia del judo, soprattutto quando a priori si pensano e si costruiscono intorno ad essa pregiudizi o fantasie che non esistono e, che, per sentito dire si fanno proprie.
“Ah psicologi sono tutte cavolate, io ce la faccio da solo! Certo ma se potessi fare di più, ti dispiacerebbe così tanto …
Non sono mica matto? Matto infatti è colui che si comporta da matto …
Non ho nulla che non funzioni nella testa! Perché forse il tagliano alla macchina si fa solo se non funziona qualcosa …
Ah io ho sempre vinto anche senza questa roba qua! Ottimo, chissà forse potevi vincere di più …o potevi arrivarci prima
No dallo strizza cervelli che ci vado a fare io devo combattere mica parlare! Vero, infatti lo psicologo dello sport parla poco e ti fa lavorare tanto, il corpo l’hai allenato chiacchierando o muovendoti?
Ho vinto tutto quello che volevo vincere! Perfetto, e poi ….tanti gli esempi
Io oggi sono forte, io ce la faccio così come sono! Bene, ma non dimenticare che sei arrivato dove oggi ti trovi perché qualcuno ti ha insegnato qualcosa …
Figurati oggi ci sono i mental coach che non stanno a chiedermi su come ero ieri o come sto mi danno delle dritte! Ottimo, immagino che utilizzino tecniche scientifiche (garanzia e tutela per te per il tuo benessere) che evochino teorie empiriche e ricorrano a strumenti psicometrici e standardizzati …. andresti a farti operare ad un ginocchio da chi ti dà dritte o ha strumenti sterilizzati provati …
Ma mio figlio è giovane, che se ne fa a 13anni …! Perché c’è forse una età in cui non si provano emozioni o non si hanno sogni da realizzare?
Spendere un sacco di soldi così? i sacchi di soldi non esistono più da tempo … e poi …se ti vendono un rolex dicendoti che è vero a 100 euro… qualche domanda forse te la fai ….
Quanti esempio potrei citare, tanti e tante le risposte, tuttavia una sola cosa mi sento di passare a chi mi legge: se ai miei tempi avessi avuto questa possibilità, forse non mi sarei fatta tante seghe mentali, tutto era alla mia portata, forse i primi posti potevano essere di più e i secondi o terzi potevano essere primi, forse non avrei permesso a qualche tecnico di cambiare il corso del mio destino perché lui potesse seguire il suo, forse avrei potuto vincere lo stesso senza timore di perdere ma di essere me stessa , forse avrei fatto judo pensando di non essere un dura perché anche infortunata continuavo a combattere, forse avrei vinto ancor prima di quando è successo due titoli Mondiali ed Europei consecutivi.
Psicologia del judo? Credere in ciò che è fuori dagli schemi degli altri; cucire su misura quello che il momento richiede proprio come il judogi, momenti in cui lo si indossa blu e momenti in cui lo si indossa bianco; dare il giusto peso a tutte quelle abilità mentali che si hanno ma di cui non si è consapevoli fino in fondo; non essere matti piuttosto più saggi, più abili; comprendere di quanto potenziale si può disporre e quando.
Psicologia del judo? Semplicemente percorrere ogni strada possibile, anche la Psicologia, pur di andare dove si vuole andare!
Siamo veloci e aperti a seguire il progresso nei telefonini, nelle macchine, altrettanto non lo siamo quando può riguardare noi, il nostro benessere che non è solo fisico, è anche mentale e, soprattutto quando può portarci ai nostri obiettivi. Perché così come facciamo pesi per far crescere il muscolo e potenziare il corpo allo stesso modo non possiamo potenziare la nostra mente allenando le abilità che già possiede? Che cosa c’è di diverso?
Il judo è una disciplina sportiva ricca di valori di insegnamenti di principi, tuttavia è anche una disciplina che richiede sviluppo, modellamento, adattamento di tutte quelle abilità cognitive che sono fondamentali nella vita e lo diventano ancora di più sul tatami quando si punta ad un risultato. Abilità come la flessibilità, la self efficacy, la decision making, il problem solving, l’attenzione, il ragionamento, la percezione, l’attenzione, l’attivazione e altre ancora.
Da oltre 40anni indosso il judogi dell’atleta e/o del tecnico, da anni osservo atleti di tutti i livelli ed età, da piccoli ad adulti, anni ho insegnato a bambini adolescenti, ho guardato con passione il lavoro di tecnici di differenti età livello nazionalità e più ho osservato e più ho trovato ragioni per integrare la disciplina del judo con la Psicologia. Non tecniche alla moda motivanti, non interventi omogenei su tutti, bensì interventi di base scientifica, interventi personalizzati, interventi mirati al judo, che portino risposta a domande come:
Cosa ha bisogno di scrivere nella sua mente il judoka per vincere? il suo sguardo quotidiano intorno a quali elementi spazia e come lo può fare? Che cosa cerca nel Judo e perché? Come farlo arrivare al suo traguardo esprimendo il suo stile? Quanto è disposto il judoka a credere in qualcosa che esca dagli schemi dalla routine perché sia il suo “come” in armonia con il suo “essere” a competere? Quanto è pronto a lasciare e a prendere di nuovo per raggiungere davvero il suo traguardo? Quanto conosce di quello che ha e quanto è consapevole di ciò che non utilizza?
Psicologia del Judo? Partiamo da qui …. Facciamo insieme questo percorso
Se sai cosa funziona al 100% e cosa al 90% o all’80% per cento … difficile non centrare il tuo obiettivo!
Dr.ssa Loredana Borgogno.