Realizzazione di se stessi. Come comprendere quando questo si è avverato?
Si nasce, si cresce: osservando, ascoltando, giocando e affrontando le prime esperienze. Esperienze, talvolta positive, altre volte, per nulla positive. Si studia, si arriva al mondo del lavoro, si costruisce una propria famiglia o, si decide di non farlo. Si cammina soli. Si vive come eterni fidanzati, figli, uomini d’affari, donne manager. Si sceglie e si realizza sicuri di sé.
Arriva poi un giorno in cui tutto soddisfa a pieno o, in cui qualcosa non soddisfa, qualcosa non torna.
Stiamo bene, “però …”.
In questo momento, si “riflette” veramente, forse per la prima volta. È in questo momento, che si aprono, senza volerlo, quei cassetti di ricordi “inconsci”.
Tornano alla superficie tutte quelle parole, che crescendo abbiamo ascoltato. Torna alla superficie tutto quello che, abbiamo osservato e preso come “unico”. Tutto è esattamente come lo si ricorda. Perché allora quel: “però…?”.
Perché oggi cambia il significato e il valore, che diamo a quanto è riemerso.
Perché oggi rivediamo il tutto con occhi diversi, con la mente adulta e con l’esperienza diretta, fatta sul campo.
Ieri eravamo esploratori della vita; siamo partiti, zainetto, pochi strumenti e, una cartina, che altri ci hanno dato. Siamo partiti alla scoperta del “visibile”.
Oggi siamo archeologi della vita, ci fermiamo in un luogo, quello che noi scegliamo, andiamo più in profondità, scaviamo, vogliamo capire il perché, non ci basta più, quanto offre la superficie.
La realizzazione c’ è, quando portiamo a termine il nostro disegno. Quando ci fermiamo nel punto in cui noi, abbiamo deciso di fermarci. Quando dopo aver esplorato più luoghi, ci fermiamo e, decidiamo di scavare dove noi vogliamo.
La realizzazione è tale, quando non conosce alcun “però”, quando sentiamo che siamo nel disegno che noi abbiamo scelto, quando non ci siamo fermati ai disegni fatti da altri, per la nostra persona.
E, se così non è? Se non siamo, dove noi avremmo scelto…? Due le strade.
Se il tempo è dalla nostra parte, se abbiamo energia e strumenti, allora avanti! Basta rimuginare, cambiamo quanto più è possibile cambiare.
Se, invece, si pensa che è “troppo” cambiare l’oggi? Avanti lo stesso! È tempo di accettare il tutto serenamente.
È possibile cancellare quel “però”?
Si, pensando che ogni cosa costruita, è il risultato di ogni nostra risorsa messa in campo.
Pensando e accettando che tutto è stato fatto con quanto di meglio si poteva mettere in campo, tutto è il risultato di impegno.
L’oggi è l’obiettivo raggiunto!
La psicologia del vissuto religioso, ci dice che, il “peccato” non è sbagliare, piuttosto è pensare ad una casa a tre piani e, accorgersi di averne costruiti solo due. Fermarsi, quello è peccato.
Può darsi che tu non abbia seguito il tuo disegno, tuttavia se hai completato il disegno che qualcuno ti ha “passato”, sii fiero di te stesso. Hai raggiunto l’obiettivo.Ti sei realizzato.
Nulla è mai da rinnegare, quando conquistata con impegno, volontà e credendoci.
Non giudichiamo noi stessi, quando, non lo meritiamo.
Come fare per non giudicarsi?
Unire il pensiero all’emozione.