La rabbia, la violenza credo siano non tanto il risultato di un conflitto causato dall’istinto della “nostra natura primitiva”,quanto dal nostro intelletto. L’intelligenza umana si è sviluppata più velocemente di tutto quanto la circonda.
Suggerisco dunque la pratica dell’arte marziale che a mio parere può ricondurre equilibrio facendo sì che, laddove ci sia stato un cattivo uso dell’intelligenza, sia l’intelligenza stessa direzionata per altra via per trovare nuovi modi di superare conflitti e cattiveria.
Se accompagniamo conoscenza con educazione potremmo imparare a rispettare molto di più ciò che gli altri sono.
Ritengo che praticare l’arte marziale correttamente, con passione sacrificio e fiducia conduca a dialogare con la parte migliore di noi stessi.
Il Maestro ha una grande responsabilità nei confronti del suo allievo. È un modello, è un esempio. Il Maestro implicitamente stringe un patto con l’allievo che personalmente esprimo cosi:
“il mio dovere è dare il meglio di me per te, è darti quanto più sono in grado di darti, è passare tutta la mia conoscenza a te; il tuo allievo, è quello di ascoltare e accogliere il tutto con rispetto e apertura. È rendere tutto più prezioso utilizzandolo al meglio per raggiungere il tuo equilibrio”.
Il Maestro dunque, che permette alla “natura umana” di prendere il sopravvento, è colui che pur avendo conoscenza direziona l’intelletto per vie errate.